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LA FOLLIA DI PUTIN: ATTACCO ALLA CENTRALE NUCLEARE PIÙ GRANDE D’EUROPA

La folle invasione dell’Ucraina ordina dal presidente russo Putin ha raggiunto stanotte nuove vette. Alle 01.00 circa ora locale un colonna di mezzi russi provenienti da Melitopol ha raggiunto la centrale nucleare di Zaporizhzhia, lungo le sponde del Dnepr, e ha iniziato ad attaccare con l’uso di armi leggere e di colpi di cannone la centrale nucleare. L’attacco è durot fino alle sei del mattino quando i russi si sono finalmente ritirati, permettendo ai vigili del fuoco di raggiungere la centrale e di spegnere gli incendi causati dall’attacco. Fortunatamente nessuno dei sei reattori della centrale è stato danneggiato, ma questo gesto rappresenta un nuovo apice nella spirale di follia scaturita dall’inizio dell’invasione. Durante l’attacco sono rimasti uccisi tre militari ucraini e numerosi altri sono rimasti feriti. La centrale è la più grande d’Europa e fornisce circa un quinto del fabbisogno energetico totale dell’Ucraina.

L’attacco alla centrale è stato visto come un chiaro segnale di debolezza da molti analisti. La situazione sul campo per le truppe russe sembra in una situazione di stallo, soprattutto nel nord del paese. I combattimenti nelle regioni di Kharkiv e di Chernihiv sono visibilmente diminuiti, mentre a Kiev si registra addirittura un parziale ritirata dell’esercito russo. Le truppe ucraine hanno infatti definitivamente irconquistato Irpin, a nord ovest della capitale, e potrebbero tentare di riconquistare l’aeroporto di Hoatomel, usato dai russi come punto di appoggio e di arrivo di rifornimenti dalla Bielorussia. Anche a nord della capitale i russi hanno dovuto abbandonare la diga di Vyshhorod, ritirandosi ulteriormente verso nord fino alla cittadini di Dymer. Kiev quindi risulta essere al sicuro per il momento opichè non si combatte più alla sua periferia.

Anche la città portuale di Mykolaiv risulta tornata in mano ucraina dopo una giornata di intensi combattimenti. Fonti delle Forze Armate ucraine riferiscono che il blitz russo, partito da Kherson, è stato respinto con successo, e che le ingenti perdite subite dai russi renderebbero improbabile un ulteriore offensiva sulla città, almeno finchè non dovessero giungere ulteriori rinforzi dalla Crimea o dal fronte orientale.

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MARIUPOL ASSEDIATA. NAVI RUSSE AL LARGO DI ODESSA

Dopo giorni di lenta avanzata dalla Crimea verso est, l’esercito russo è finalmente giunto da Mariupol. La città nell’est dell’Ucraina, da anni teatro di scontri con le forze separatiste filo russe, è al momento circondata e rischia di cadere in poche ore data l’impossibilità di essere raggiunta da rifornimenti. Un intervento dell’esercito ucraino dall’esterno per rompere l’assedio risulta improbabile: dati i numerosi fronti aperti in tutta l’Ucraina, le truppe di Kiev sono già sparpagliate e a corto di uomini. Una possibile speranza è data dall’arrivo delle armi promesse dai paesi aoccidentali e dalle decine di migliaia divolontari che si sono arruolati, e che continuano a farlo, dall’inizio del conflitto.

nelle scorse ore sono state avvistate navi russe al largo di Odessa. Si teme un attacco sulla città che causerebbe l’apertura dell’ennesimo fronte del conflitto.

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GUERRA IN UCRAINA: LA SITUAZIONE AD UNA SETTIMANA DALL’INIZIO DEL CONFLITTO

Il settimo giorno dallo scoppio d el conflitto è stato caratterizzato da pesanti bombardamenti su due delle principali città ucraine, Mariupol e Kharkiv, entrambi contese negli ultimi giorni con pesanti combattimenti. Nelle ultime ore l’avanzata delle truppe russe rischia di circondare entrambe le città. Nelfrattempo Kherson sembrerebbe essere caduta definitvamente in mano russa dopo che ieri un attacco alla città aveva portato i combattimenti tra le strade d el centro. Scatta l’allarma in tutte le città assediate: in poche ore infatti rischiano di rimanere senza rifornimenti con un possibile disastro umanitario in vista. Tragico il bilancio delle vittime civile, ormai nell’ordine delle migliaia, mentre è difficile valutare le perdite tra i militari tra propaganda e numeri difficilmente erificabili. Una speranza arriva dalla regione di Kiev: le difese messe in piedi dalle forze armate ucraine sembrano resistere con i fronti fronti nord e ovest che si sono assestati da qualche giorno. Anche l’avanzata che era partita da Sumy in direzionedella capitale non è andata a buon fine.

Sul fronte internazionale continua il supporto alla causa ucraina con ulteriori sanzioni messe in atto evolontari che accorrono da tutta europa per combattere al fianco dell forze di Kiev. Si registrano ulteriori promesse di invio di armi come nei casi della Germani, che potrebeb fornire armi ed equipaggiamento della DDRancora perfettamenteconservato, e l’Italia chedopo il voto quasi unanime di ieri al Senato, ha già inviato le prime armi.

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GUERRA IN UCRAINA: CRONACA DEL SESTO GIORNO DALL’INVASIONE RUSSA

-02.00 Offensiva russa su Kherson. Truppe dirette a Mykolayiv attaccano la città da nord che al momento risulta circoandata.

-02.30 Un colonna di mezzi russi lunga 60 km si sta dirigendo verso Kiev. Si segnalano edifici in fiamme lungo il percorso. Al momento si trova nei pressi di Ivankiv.

-07.00 Intensi combattimenti nel centro di Kherson. La città è ufficialmente sotto assedio.

-08.30 Bombardamenti nel centro di Kharkiv. Il palazzo del governatore della città colpito da almeno due missili

-Due convogli russi distrutti nelle scorse ore ad est di Kiev. Il primo presso Borodyanka, mentre il secondo a Makariv dove i russi hanno tentato un blitz per conquistare l’aeroporto questa mattina.

-12.30 Truppe bielorusse attraversano il confien ucraino ad est di Cherhiv. Probabile un nuovo assalto alla città nell prossime ore. Si tratta della prima volta che forze bielorusse vengono individuate in territorio ucraino dall’inizio dell’invasione.

-Secondo multiple fonti si reigstra la presenza di forze russe ad est di Kiev. Si tratterebbe delle unità che ieri si sono ammassate nella regione di Sumy e che sono avanzate rapidamente verso ovest nel tentativo di aprire un fronte ad est della capitale dopo che la resistenza a Chernihiv aveva garantito che da oriente non si verificassero attacchi.

-12.00 Il presidente ucraino Zelenskyy si appella in diretta al parlamento europeo accolto da una standing ovation. Zelenskyy ha chiesto direttamente l’aiuto della UE in una giornata molto difficile con l’avanzata russa che si fa più minacciosa e il possibile coinvolgimento diretto della Bielorussia nel conflitto.

-15.00 Le truppe russe si apprestano a conquistare il centro di Kherson.

-15.25 L’Italia sposta la sua amabasciata e il personale da Kiev a Lviv in conseguenza del possibile accerchiamento della capitale nelle prossime ore.

-16.30 Missile colpisce la torre della televisione nazionale ucraina. Colpita anche la sede della tv di stato. Trasmissioni interrotte in tutto il paese. Secondo fonti della tv ucraina ci sarebbero cinque morti e cinque feriti.

-17.00 Altri due edifici distrutti a Borodjanka, a nort ovest di Kiev. Oggi è la giornat peggiore per quanto riguarda le perdite tra i civili, con dozzine di vittime già accertate, un numero in continuo aumento visti i costanti bombardamenti nella regione di Kiev e soprattutto su Kharkiv.

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GUERRA IN UCRAINA: INIZIANO LE TRATTATIVE MENTRESUL CAMPO SI CONTINUA A COMBATTERE


Il quinto giorno dall’invasione russa vede un escalation del conflitto nonostante le trattative in corso in Bielorussia. I combattimenti sono stati limitati principalmente nella parte meridionale del paese. Risulta infatti fallita l’avanzata russa su Dnipropetrovsk. Le forze ucraine sono riuscite ad asserragliarsi e a proteggere Zaporizhia. Il principale motivo di preoccupazione è il pesante bombardamento su Kharkiv, cominciato stanotte e durato per utta la giornata. Numerose aree residenziali sono state colpite dai missili russi. Nel frattempo il primo giorno delle trattative è risultato in un nulla di fatto come d’altronde ci si aspettava. Le irricevibili richieste russe, compresa la demilitarizzazione del paese e la deposizione del presidente Zelenskyy, accusatodi essere un neo nazista, sono state ovviamente rifiutate ed anzi, proprio presidente ucraino ha ribattutto con la firma della richiesta formale per l’ingresso nell’Unione Europea. Le delegazioni dovrebbero incontrarsi nuovamente nei prossimi giorni per proseguire il dialogo. Nel frattempo si teme che Mosca possa approfittare di questo momento di calma apparente per mettere a segno un colpo di mano conquistando rapidamente Kiev. Anche oggi è aumentato il numero delle truppe russe ammassatesi ad ovest della capitale mentre si registrano preoccupanti movimenti dell’esercito bielorussovicino al confine ucraino. Dopo l’allarme lanciato stamani dall’intelligence americana, sembra che la bielorussia stia mobilitando le sue forze per attaccare l’ucraina a fianco dell’esercito russo. Video ed immagini mostrano un convoglio appartenente alla 38a brigata Aviotrasportata raggrupparsi nei pressi di Brest. Dalla Polonia arrivano allarmi secondo cui le forze bielorusse avrebbero il compito di invadere la parte ovest dell’Ucraina per impedire che gli aiuti militari e non possano raggiungere il fronte.

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KHARKIV LIBERATA. ULTERIORI AZIONI DELLA UE CONTRO LA RUSSIA. DOMANI INCONTRO TRA DELEGAZIONE UCRAINA E RUSSA

Al quarto giorno di combattimenti stiamo assistendo ad una stabilizzazione della situazione sul campo. La spinta propulsiva che già dal primo giorno di guerra aveva portato le truppe russe a ridosso di alcune delle principali città ucraine, comrpesa la capitale, sembra essersi esaurita. Le forze ucraine, asseragliatesi nelle città, hanno costretto le truppe di Mosca al combattimento urbano, una tattica che sembra dare i suoi frutti; ne è prova il flusso costante di foto e filmati che mostrano i mezzi russi distrutti e ancora fumanti per le strade delle città ucraine. L’esercito russo anche quando riesce a portare il fronte all’interno dei confini cittadini, trova grandi difficoltà a conquistare le città. Il caso più lampante oggi è quello di Kharkiv, dove sebbene i russi abbiano attaccato nelle scorse 36 ore con grande veemenza, al calar del sole di oggi era tornata in mano ucraina. Un altro esempio della capacità difensiva che l’esercito ucraino ha dimostrato in ambito urbano è quello di Chernihiv. La città a nord est di Kiev, il cui controllo è fondamentale per impedire l’accesso alla capitale da est, ormai da giorni resiste ai violenti attacchi russi. Lo spettro della caduta di Kiev sembra per il momento allontanarsi: i combattimenti a ovest della città, che soprattutto ieri erano stati particolarmente intensi, oggi mostrano che il fronte ha retto, con le forze russe ancora ferme a irpin e Bucha, a pochi chilometri dall’ormai famigerato aeroporto di Hostomel la cui conquista da parte dei russi si temeva potesse causare un rapido collasso delle difese della capitale. La situazione più preoccupante, ad oggi, è quella del fronte meridionale. Le truppe provenienti dalla Crimea, dopo essere state definitvamente respinte da Kherson, avanzano ora verso Mariupol. Dopo essersi assestate ieri nella città portuale di Berdiansk, oggi hanno iniziato l’avanzata verso Mariupol e si troverebbe al momento a 50 km dalla città.

A livello internazionale, dopo i primi segnali già nella giornata di ieri, il fronte che si oppone sembra ormai solido e deciso. L’Unione Europea in particolare ha dato oggi diversi segnali in tal senso. Oltre all’introduzione di nuove sanzioni contro la Russia, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha annunciato che il blocco al traffico aereo per i velivoli russi è stato esteso a tutto il territorio della UE. Sono stati inoltre oscurati su tutto il territorio europeo due canali di informazione russi, Russia Today e Sputnik, poichè ritenuti strumenti di propoganda del Cremlino e di diffondere fake news. Infine, per la prima volta nella sua storia, l’Unione Europea finanzierà l’acquisto di armi da mandare in Ucraina. Ancora incerto è il ban russo dallo SWIFT ma l’appoggio a tale misura sembra raccogliere ulteriore consenso dopo le dichiarazioni favorevoli del premier giapponese e dei vertici della Banca Centrale Europea.

I risultati ben al di sotto delle aspettative sul campo e il fronte internazionale che si sta compattando ogni giorno di più contro la Russia: oggi Putin, nel suo ormai solito messaggio delirante, ha annunciato la mobilitazione dell’arsenale nucleare russo. Una mossa che, sebbene desti notevoli preoccupazioni per una possibile escalation, mostra una certa debolezza dovuta anche alla situazione interna: le proteste contro la guerra in tutta la Russia trovano maggiori consensi giorno dopo giorno; 6000 parresti sono già stati eseguiti dalla polizia russa. Proprio su insistenza russa inoltre, dopo che stamani il presidente ucraino Zelenskyy aveva rifiutato la prima offerta, si terrà domani su suolo bielorusso, un incontro tra le delegazione ucraine e russe. Le proposte inaccettabili che la Russia aveva inizialmente proposto sono state prontamente respinte da Kiev e lo stesso Zelenskyy si è rivelato scetticco riguardo ad un possbile esito positivo dell’incontro, ma ha anche aggiutno che se esiste un minima possibilità di trovare una soluzione pacifica al conflitto non ha intenzione di tirarsi indientro.

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AUMENTA IL SUPPORTO INTERNAZIONALE ALL’UCRAINA

Quando ormai ci troviamo al terzo giorno edl conflitto scaturito dall’invasione dell’Ucraina, la comunità internazionale ha iniziato finalmente ad accellerare il proprio supporto per lo sforzo bellico sostenuto da kiev in difesa del proprio territorio.

Dopo lo scontato fallimento della votazione di condanna del Consiglio di Sicurezza delle nazioni Uniti tenutasi ieri sera, oggi molti paesi si sono fatti avanti individualmente. Dopo che gli Stati Uniti avevano annunciato ieri aiuti militari per Kiev dell’ammontare di 350 milioni di dollari, oggi il Segretario di Stato Blinken ha autorizzato ulteriori aiuti del valore di 350 milioni di dollari. Al supporto statunitense vanno aggiunti quelli di Gran Bretagna, Francia, Polonia, Belgio e dei paesi baltici, i quali hanno tutti promesso di fornire all’Ucraina i mezzi necessari per continuare a combattere.

Un ulteriore strumenti attraverso il quale alcuni paesi europei stanno facendo pressioni su Mosca è quello del blocco per gli aerei russi di volare nel loro spazio aereo. I primi ad implementare questa misura sono stati Regno Unito, Polonia, Moldovia e Repubblica Ceca, a cui si sono aggiunti successivamente Estonia, Lituania, Lettonia e Romania.

Importanti risvolti vanno registrati anche sull’utilizzo dell’ormai famoso sistema SWIFT come arma da utilizzare contro Mosca. Se fino a ieri molti paesi, tra cui l’Italia, erano titubanti dall’escludere la Russia dalla rete internazionale di pagamenti, oggi Italia e Ungheria hanno fatto sapere che sarebbero favorevoli a ricorrere a questo strumento e sembra che perfino il presidente Biden, sino ad ora scettico sull’argomento per paura delle conseguenze economiche che subirebbero gli USA, stia seriamente valutando di dare il via libera al ban della Russia. Ricordiamo che l’unico precedente di un paese escluso dallo SWIFT è l’iran che, nel 2012, in conseguenza del rifiuto di interrompere lo sviluppo di armementi nucleari, è stato espulso dal sistema: la misura, sebbene non abbia interrotto la costruzione delle centrifughe per l’arricchimento di uranio, ha sicuramente raggiunto il suo obbiettivo, ovvero mettere in ginocchio l’economia iraniana.

Va infine segnalato un ultimo dato: secondo il presidente ucraino Zelenskyy, la Turchia avrebbe acconsentito alla richiesta ucraina di bloccare l’accesso al mar Nero delle navi militari russe. Si trattarebbe di un importantissimo risvolto a livello strategico, ma rimaniamo ancora di conferme ufficiali da parte della Turchia; solo ieri ifnatti, il Ministro degli Esteri Turco aveva negato la possibilitò di ricorrere ad un blocco per le navi russe poichè in violazione della Convenzione di Montreaux che, dal 1938, garantisce la libertà di circolazione negli stretti del Bosforo e dei Dardanelli per i paesi che si affacciano sul mar Nero.

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L’UCRAINA RESISTE!

Ieri in tarda serata il presidente ucraino Zelensky aveva mandato un messaggio chiaro ai propri cittadini: questa notte sarebbe stata cruciale per il destino della guerra poichè le truppe russe avanzavano da più fronti verso Kiev. In molti erano convinti che la capitale ucraina sarebbe potuta cadere nel corso della notte.

Come da previsione è stata una notte di intensi combattimenti, uniti ad incessanti bombardamenti sugli edifici della capitale. I combattimenti più intensi si sono registrati nella parte occidentale di Kiev, nei pressi dello zoo cittadino, dove lo scontro armato è continuato fino alle prime luci dell’alba: l’assalto russo è, infine, stato respinto con successo.

Nel frattempo i russi hanno tentato di catturare con un eliassalto sul modello di quelli effettuati all’aeroporto di Hostomel negli scorsi giorni, l’aeroporto di Vasylkiv. Le truppe della 40a Brigata, insieme a volontari armati, sono riusciti a respingere l’assalto delle forze speciali russe dopo una notte di violenti combattimenti e a mantenere il controllo dell’aeroporto. Infine il Ministero dell’energia ucraino ha confermato che, a differenza di quell oche affermava la propoganda russa, lefroze ucraine sono ancora in controllo della diga di Vyshorod e dell’adiacente centrale idroelettrica. Si tratta di un’importante smentita rispetto alle informazioni filtrate nelle ore precedenti poichè si tratta di un obbiettivo dalla massima importanza strategica.

All’alba del terzo giorno di guerra Kiev resiste ancora. Le bandiere ucraine sventolano ancorasugli edifici della capitale, smentendo le previsioni che letruppe russe l’avrebbero facilmente conquistata nel giro di 48 ore. Lo stesso Zelensky, in un video messaggio girato dalle strade della città, ha smentito le voci secondo le queli l’esercito ucraino si stia arrendendo e ha rinnovato l’appello ai paesi occidentali di mandare armi ed aiuti di ogni tipo per continuare la lotta. L’Ucraina resiste!

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SI COMBATTE A KIEV E IN TUTTA L’UCRAINA MENTRE LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE PRENDE I PRIMI PROVVEDIMENTI CONTRO LA RUSSIA

Il secondo giorno di guerra in Ucraina dopo l’inizio dell’invasione russa è stato caratterizzato da una sostanziale stabilità sul campo a favore di maggiori e più decisivi movimenti a livello politico.

La situazione sul campo non è infatti cambiata molto rispetto a lla conclusione del primo giorno del conflitto. Innanzitutto sono state confermate le tre direttrici principali dell’invasione russa, dalla quale confluiscono la stragrande maggioranza delle truppe di Mosca e dove si registrano la maggior parte dei combattimenti.

Innanzitutto va analizzata la situazione a Kiev, sia per il valore simbolico che per quello strategico della capitale ucraina. Durante la scorsa notte si sono registrati numerosi bombardamenti sulla città. Nel corso della mattina le truppe che avevano conquistato la centrale di Chernobyl (ricordiamo che i russi tengon oancora in ostaggio 92 tecnici al lavoro nella centrale in quel momento), sono avanzata lungo la sponda occidentale del fiume Dnepr. L’avanzata si è interrota una volta giunta ad Obolon, sobborgo a nord di Kiev, a pochi chilometri dal centro della capitale. Nel corso della giornata sono stati rregistrati numerosi combattimento urbani e le autorità ucraine hanno fatto sapere ai civili di non uscire di casa. Nel frattempo, ad ovest, sembrerebbe che l’aeroporto di Hostomel, che ieri era stato perso e poi riconquistato dalle forze armate ucraine, sia tornato in mano, secondo il comando russo, nelle mani delle forze di invasione. Sebbene truppe russe si trovino effettivamente nei pressi della capitale, non si registrano ancora scontri in città. L’altro asse di attacco sulla capitale, che sarebbe dovuto avanzare sul lato orientale del Dnepr, smebra essersi impantanato una volta giunto a Chernihiv: non si hanno notizie certe sull’andamento dei combattimenti, ma è certo che per l’intera giornata le truppe russe sono state bloccate in combattimenti contro la resistenza ucraina presente in città e non hanno potuto avanzare ulteriormente, rendendo cos+ al momento impossibile il piano di Mosca di circondare e mettere sotto assedio Kiev.

Il secondo vettore dell’invasione è quello nel nord est del paese, con la città di Kharkiv come suo epicentro. Già da ieri sera erano alte le preoccupazioni che quella che è la seconda città del paese potesse cadere già la notte scorsa. I combattimenti sono proseguiti per tutta la giornata, sebbene con un grado di intensità inferiore a ieri, ma non ci sono stati rilevanti spostamenti del fronte. Poco più a nord, nei pressi di Sumy, i russi hanno tentato di penetreare i città ma sembrano non esserci riuscite, e sembrano essersi attestate lungo il confien con la Bielorussia, probabilmente in attesa di nuovo sviluppi dopo il fallito blitz la cui finalità, come anche nel caso di Kiev, era di creare una testa di ponte che favorisse l’accerchiamento di Kharkiv.

la terza zona calda è quella nel sud del paese che coinvolge le truppe russe penetrate nel territorio ucraino dalla Crimea. La fulminea avanzata che ieri aveva portato i convogli russi ad attraversare il Dnepr e di ingaggiare le forze ucraine nella periferia di Kherson, è stata respinta e per il momento non sembra che i russi abbiano abbastanza forze sul posto per attraversare nuovamente il fiume. Uno dei motivi è che parte delle forze sono state dirottate verso est in direzione di Melitopol. In contemporanea si intensificavano i combattimenti a Mariupol tra ucraini e ribelli filo russi. Questo attacco combinato potrebbe essere un tentativo, dopo il fallito sfondamento verso ovest, di creare un corridoio tra la Crimea e le repubbliche separatiste del Donbas. Il piano russo sembra però non tenere in conto il fatto che proprio in quelle zone si trovano le truppe ucraine meglio armate e più esperte, temprate da anni di guerra. In serata sono giunte notizie, ancora non confermate di tentati sbarchi ad Odessa, respinti dagli ucraini, e di bombardamenti su Mykolaiv. Si tratterebbe di mosse presumibilmente volte a distogliere l’attenzione ucraina da Kherson nel tantativo di ammorbidire difese che si sono finora dimostrate invalicabili per i russi.

In definitiva possiamo dire che la situazione sul campo, almeno per quanto riguarda l’effettivo avanzamento dei vari fronti, non sia particolarmente cambiata nella seconda giornata di guerra. Molti analisti concordano sul fatto che gli obbiettivi che la forze armate russe si erano poste per le prime ore del conflitto, non sono stati raggiunti e che la resistenza ucraina stia riuscendo a rallentare significativamente, se non proprio a bliccare in certi casi, l’invasione.

Dal punto di vista politico la giornata odierna ha visto nuovi risvolti. Negli incontri a livello europeo è stata deciso un ulteriore pacchetto di sanzioni. L’idea di ricorrere alla cosiddetta “opzione nucleare” dell’esclusione della Russia dal sistema internazionale di transazioni SWIFT è stata per il momento esclusa a causa della contrarietà di alcuni paesi tra cui l’Italia. Singoli paesi, non solo in Europa ma in tutto il mondo, hanno annunciato sanzioni anche a livello nazionale, con la gran Bretagna che fin da ieri è stata la prima e la più decisa a muoversi in tla sneso, con parole estremamente dure da parte del premier Boris Johnson il quale ha definito Putin un dittatore. Ovviamente anche gli Stati Uniti hanno introdotto nuove sanzioni, ma molti membri bipartisan del congresso temono che la reazione del presidente Biden siano ancora inedagueta vista la gravità della situazione e hanno annunciato che manderanno aiuti militari per ulteriori 600 milioni di dollari. Anche la Francia e la Polonia hanno promesso di inviare aiuti e proprio oggi pomeriggio dal confine polacco sono arrivati i primi materiali dall’inizio delle ostilità.

Una imporetanzarilevante ha avuto anche il vertice NATO tenutosi oggi pomeriggio, a cui hanno partecipato anche Svezia e Finlandia, paesi non membri ma comunque partner dell’Alleanza Atlantica e sicuramente preoccupati dall’aggressività di Putin. Al termine del meeting, che ha portato alla scontata condanna unanime all’invasione di Putin, è stato deciso che per la prima volta verranno dispiegati nei paesi membri dell’Europa orientale le Forze di reazione rapida. Si tratta della prima volta che si ricorre a questo strumento nel contesto di difesa collettiva, ed è senz’altro una risposta chiara e necessaria a tutti quei paesi che si sentono minacciata dalla Russia. Si tratta infatti di forze di terra, aeree e marittime, pornte al combattimento. Si tratta ovviamente di truppe che non interverranno sul suolo ucraino ma che garantiranno la sicurezza dei paesi membri.

L’ultimo tassello del quadro politico riguarda un possibile negoziato diretto tra Ucraina e Russia. In giornata infatti il presidente ucraino Zelensky si era appellato direttamente a Putin per l’apertura di una trattativa. Da mosca lo stesso Putin ha annunciato di essere disponibile ad un trattativa, salvo poi invitare l’esercito ucraino a deporre il governo ucraino accusato di essere una manica di drogati e di nazisti (ricordiamo che Zelensky è di origine ebraiche). La trattativa su un possibile incontro tra le parti smebra comunque andare avanti.

In definitva la seconda giornata porta alle seguenti conclusioni: le Forze Armate ucraine smebrano aver risposto in maniera migliore di quanto i russi si aspettassero e sebbene le truppe russe avanzino da tutte le direzioni i principali centri urbani e nodi strategici sembrano tenere. I paesi occidentali, dopo che ieri si erano dimostrati alquanto incerti nella loro risposta all’invasione, sembrano aver intrapreso i passi necessari per cominciare a mettere pressione sulla russia, sia dal punto di vista economico che politico.

Come appena detto dal presidente Zelensky sarà un’altra lunga notte per il popolo ucraino ma la totale disfatta, che in molti paventavano, è stata per il momento sventata.

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GUERRA IN UCRAINA: PESANTI BOMBARDAMENTI NELLA NOTTE; TRUPPE RUSSE AVANZANO VERSO KIEV.

La seconda notte dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è stata caratterizzata da intensi bombardamenti sulle città ucraine. In particolare sono state bersagliate Kiev e Kharkiv; più volte nel corso della notte nelle due città sono suonate le sirene che segnalano alla popolazione di mettersi al riparo.

Proprio nelle due città, le più grandi del paese e anche le più esposte vista la loro vicinanza col confine bielorusso, sembrano concentrarsi gli attacchi russi più massicci. Sebbene in molti temessero che Kharkiv potesse venire circondata stanotte, i lfronte ha retto, ma le forze russe non sono ancora state respinte e si combatte ai margini della città.

Nel frattempo nella zona di Chernihiv le Forze Armate ucraine hanno respinto l’offensiva russa . A sud, quella che ieri pomeriggio sembrava la situazione più tragica per l’Ucraina, sembra essersi stabilizzata: le forze russe sono state respinte sulla sponda est del Dnepr e la città di Kherson è nuovamente nelle mani degli ucraini. Rimane ancora aperta la questionedella diga di Nova Khakova, ancora sotto controllo russo. Si sono inoltre intensificati i combattimenti nell città di Melitopol: se dovesse cadere si prospetterebbe un possibile attacco da tutti i fronti a Mariupol con l’obbiettivo finale di creare un corridoio che unisca la Crimea e i territori controllati dai ribelli filorussi del Donbas.

La situazione più preoccupante al momento è quella di Kiev. Dopo il fallito colpo di mano delle forze speciali russe all’aeroporto di Hosmotel di cui vi abbiamo parlato ieri (oggi l’aeroporto è nuovamente sotto attacco), truppe russe, presumibilmente le stesse che ieri hanno catturato la centrale di Chernobyl, sono avanzate lungo la sponda occidentale del Dnepr, e al momento sono impegnate in intensi combattimenti con le forze di difesa ucraine nel sobborgo di Obolon, a pochi chilometri a nord dal centro di Kiev.